domenica 3 giugno 2012

L'oro e il tridente: il furto della saliera di Cellini (fine)





Per chi non ha la pazienza di leggere il primo episodio nel post precedente (e, comunque, QUI è il link) ecco un breve riassunto: la preziosissima saliera d’oro, eseguita intorno al 1540 da Benvenuto Cellini per il re Francesco I di Francia, una delle opere più famose della storia dell’arte, è stata rubata al Kunsthistorisches Museum di Vienna, nella notte dell’11 maggio 2003.
"Il furto del secolo": così è stato definito. 
E questa, giusto per ricordarla, è l'immagine:



Le indagini cominciano subito. La "scena del crimine" è presto ricostruita.
Forse è un furto  su commissione, magari ben progettato da una  banda organizzata, ma il ladro non ha avuto bisogno né dell’inventiva di Arsenio Lupin, né, tanto meno, dell’agilità dell’Uomo ragno.
Rubare la saliera, insomma, non era difficile.

Per arrivare al primo piano del museo, si è arrampicato sull’impalcatura, montata, qualche mese prima, per restaurare la facciata dell'ala ovest, dove si trova la sala.
Per entrare ha rotto il vetro della finestra, che affaccia sul ponteggio.

Ma come è riuscito a evitare i sensori e gli allarmi esterni? Semplice: non hanno funzionato.
E l’allarme interno? Come avrà fatto a disinserirlo?
Si dice che sia un congegno complicatissimo ed estremamente sensibile.
Forse troppo. Nei giorni precedenti aveva suonato spesso per un nonnulla.
I custodi, quella notte, hanno pensato a un  ennesimo falso allarme e si sono limitati a staccarlo, senza fare alcun giro di controllo.

Dunque, fin qui una spiegazione c'è.
Ma come ha potuto forzare la teca e uscire dal museo chiuso e con l’allarme reinserito ?
Semplice!  La sirena ha suonato per 25 secondi; per disinserire l'allarme ne sono occorsi 29, in tutto 54, quasi un minuto. Un tempo sufficiente per rompere la teca, che non era di vetro anti-effrazione e uscire dalla finestra, da cui  era entrato, portandosi via il piccolo e prezioso oggetto.
No, decisamente non c’era bisogno dell’Uomo ragno.

Ora non resta che aspettare che il ladro prenda contatto e che chieda un riscatto.
In effetti alla compagnia di assicurazione è arrivata una lettera, ma, poi, i contatti si sono interrotti.
Il rischio è che la preziosa saliera sia fusa. 
Per il patrimonio artistico sarebbe una perdita incalcolabile. Per l’assicurazione, invece, è calcolabilissima. 
E sarebbe di tutto rispetto: 50 milioni di euro. A meno di non accettare la proposta di restituzione, in cambio di 10 milioni. Un bel risparmio, non c’è che dire.

Bisognerà riallacciare i contatti.
Ma come? L’idea è quella di aprire un sito web, dal titolo, poco  fantasioso, ma chiaro, "thesaliera.com" e di pubblicare sui giornali un enigmatico annuncio.
L'inserzione comincia con  "Sara, per favore, torna... C'è un indirizzo solo per te..."e continua con delle indicazioni, che solo il ladro può capire.
Il tutto è firmato Rossi. Un nome qualsiasi, si può pensare.
Niente affatto: è un'allusione a Monsignor De Rossi, un amico di Benvenuto Cellini, con cui l'artista racconta di aver passato qualche giorno in prigione. Evidentemente i poliziotti hanno letto bene l'autobiografia dello scultore.
Ma, probabilmente, anche il ladro, tanto che coglie l'allusione e  riprende i contatti.

La lettera inviata era in inglese. Forse è  una conferma dell'ipotesi che si tratti di una banda internazionale.
Non proprio. L'inglese –lo si appura velocemente- è maccheronico e chi scrive sembra, piuttosto, di madrelingua tedesca.

Intanto più di un anno è passato e, a questo punto, si decide di chiedere la prova che il ladro sia sempre in possesso della saliera. 
La prova viene offerta,  non su un piatto d’argento, come si usa dire, ma in un sacchetto per surgelati.
Un elemento della saliera è amovibile: il tridente d’oro che Nettuno tiene in una mano.
Il ladro lo estrae con cura, lo nasconde in un parco di Vienna dentro un sacchetto per surgelati e lo fa ritrovare alla polizia.

La saliera ce l’ha davvero, ma il difficile è  capire dove la possa tenere. Probabilmente  sarà ben nascosta nel caveau di una banca, chissà dove.
Trovarla è impossibile: bisogna continuare a trattare, tanto più che il ladro sembra averci preso gusto. Da qualche tempo tempesta la polizia e la compagnia di assicurazioni di messaggini, sì, proprio di SMS, costringendo gli agenti a una vera a propria caccia al tesoro per tutta Vienna.


Nessuno capisce a che gioco stia giocando: vuole logorare i nervi o prendere in giro ?
In realtà, proprio quei messaggini saranno la sua rovina.

Quelli che indagano non saranno i super-esperti americani di C.S.I, ma appartengono, pur sempre, alla polizia viennese, che- lo ricordiamo- per anni ha risolto casi  complicatissimi, grazie al fiuto di Rex, il cane lupo protagonista di una interminabile serie di telefilm.
E, poi, qui non c’è bisogno nemmeno di Rex. 

Il ladro si è messo in trappola da solo. Non è difficile risalire al negozio, dove ha comprato il telefonino, tramite  i registri delle vendite. Vengono fuori perfino l’ora e il minuto dell’acquisto. 
E nel negozio, proprio in quel momento, era in azione la telecamera di sorveglianza: il ladro, dunque, è stato filmato.



È il 22 gennaio del 2006. La polizia  pubblica la sua foto su tutti i giornali: ormai lo ha smascherato.  
E lui capisce che è  sconfitto e, il giorno dopo, si consegna e fa ritrovare  la saliera. Anche stavolta ha  risparmiato  sul contenitore: l'ha sotterrata in un bosco vicino a Vienna in una banale scatola da scarpe.

Poi confessa tutto: nessuna richiesta da parte di un ricco collezionista, nessuna banda organizzata.
La storia del furto, casuale e un po’ abborracciata, non sarebbe dispiaciuta a quell' amante dell’avventura, un po' gradasso, che era Benvenuto Cellini. 
Il ladro è  un cinquantenne, senza precedenti penali e appena divorziato.

Quella sera era in piena crisi sentimentale e aveva bevuto, anzi -lo ammette- era ubriaco. Ha visto l’impalcatura di fronte al museo, è salito, ha preso la saliera ed è uscito. È stato un impulso, dirà, tutto qui.

Solo dopo ha pensato di ricavarci dei soldi. 
Gli è andata male. Verrà processato e condannato a quattro anni di prigione.

Rimane da sciogliere l’ultimo enigma sul nascondiglio della saliera.
Macché enigma! La teneva a casa sua, sotto il letto, in una valigia chiusa. Aveva, perfino, impostato la  combinazione del lucchetto con i numeri   "1105", quelli del giorno e il mese in cui l’aveva rubata.
Non era difficile. 
No. Decisamente, non era Arsenio Lupin.

La saliera è stata restaurata.  Da poco tempo, è tornata nel museo  e con tutti gli onori.
Questa volta, però, protetta da un sistema d’allarme  sicuro e in una robusta  teca anti-effrazione.



(Fine)


Per chi volesse leggere l'autobiografia di Bevenuto Cellini QUI è il link al benemerito sito di Liberliber, da cui si può scaricare in pdf.
Per la ricostruzione del furto moltissime informazioni sono  QUI

30 commenti:

  1. A me questo ladro per caso fa simpatia. Ha rischiato di fare un danno colossale, è vero, ma alla fine mi sembra più che altro un povero diavolo.
    Saluti affettuosi!

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    1. Anch'io ho una "sinistra" tenerezza per quel povero diavolo del ladro. Un furto cosi' non poteva non interessarmi. E mi sono molto divertita nella ricostruzione.
      Un abbraccio

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  2. dato che c'è il lieto fine, si può dire che è una storia molto divertente, sarebbe un ottimo soggetto per un film o un romanzo - ma tutti direbbero che è una storia che non sta in piedi
    :-)
    tornando seri, queste storie arrivano ai tg e sui giornali, ma poi vengono abbandonate e non se ne sa più niente. Io del furto della saliera mi ero completamente dimenticato, ma qui il rischio è di dimenticarsi anche dei terremoti, ieri i tg erano tutti completamente dedicati alla visita del papa a Milano e alla parata del 2 giugno...

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    1. E' vero: se non fosse una storia vera non sarebbe nemmeno verosimile. Ottimo soggetto per un film, sono d'accordo.
      E sulla velocità con cui una notizia sparisce dalle prime pagine sono perfettamente d'accordo con te. Non c'è nemmeno io tempo di capire o metabolizzare; Ogni volta che torno in Italia da Bruxelles è come se capitassi a un secondo atto, avendo perso praticamente tutto del primo.
      Peccato!...

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  3. Sei riuscita a farmi diventare simpatico un ladro di saliere ed a riportarmi alla mia lontana giovinezza quando lessi la "Vita" di Benvenuto Cellini. La lettura dei tuoi post sempre leggeri e intelligenti è sempre piacevole
    Ciao
    Marco

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    1. Grazie, Marco.
      La lettura dell'autobiografia di Cellini è davvero appassionante: un romanzo di cappa e spada "ante litteram".Altro che Dumas!

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  4. Finale sorprendente col ladro goffo e un po' ingenuo, e molto divertente . Starebbe bene in un telefilm, magari senza Rex
    Sara

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    1. Anch'io sono convinta che se ne potrebbe trarre un buon soggetto. I ladri in crisi d'amore e un po' naif piacciono sempre. Pero', ovviamente, senza Rex!

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  5. Ho capito il tuo gioco che attraverso le vicende di un ladro sfortunato ci fai appassionare a Benvenuto Cellini, leggere la sua "Vita" e poi ci spingi a saperne un po' di più della storia dell'arte. Invero è una trappola in cui cado volentieri
    Un saluto affettuoso
    Anna

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    1. E' da un po' che quello è il mio gioco... Felice che tu l'abbia scoperto e ancora di più che tu accetti volentieri di caderci in trappola!

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  6. Le ragioni addotte dal marito frustrato saranno solo scuse ma pensare che il movente sia legato all'emotività più che al calcolo rende la storia indimenticabile.

    p.s.
    e dopo il ladro part time col cuore frantumato, full di links intriganti quasi quanto il tuo racconto.

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    1. Sarà pure una scusa quella del cuore infrante, ma secondo me regge! Certo che se tutti i mariti in crisi rubassero la saliera di Cellini......

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  7. Ho letto il tuo post e ti segnale che sulla storia del furto c'è anche un libro di A.Rosati, La saliera e la torre. Non l'ho ancora letto ma credo che sia un giallo, intanto rimango tuo fedele lettore
    Ciao
    Carlo

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    1. Ti ringrazio molto per la segnalazione. Vado subito a vedere di cosa si tratta.
      A presto

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  8. mi spiace per i quattro anni di galera, a Peter O'Toole era andata molto meglio
    http://www.mymovies.it/trailer/?id=5926

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    1. No,il ladro non era Arsenio Lupin, ma nemmeno Peter O' Toole... purtroppo per lui !

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  9. E cavolo, quattro anni di galera mi sembrano troppi! In fondo lo ha restituito ed ha ammesso che è stato a causa di un'ubriacatura e di una crisi post-separazione. Ci sono assassini che si beccano meno di tre anni e delinquenti incravattati a piede libero e addirittura a capo di governi o seduti su prestigiose poltrone...

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    1. Lo so. Non c'è confronto,ma i quattro anni penso che siano dovuto al tentativo di ricatto. Se avesse confessato prima... Questo non toglie che anche a me sia simpatico, a differenza di tanti ladri pubblici, assassini o dittatori capi di governo...

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  10. Ma che storia!!!Magnifica. E il ladro...è più forte di me...mi ispira grande simpatia.

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  11. Magnifica davvero! Se dovessero fare un film bisognerebbe che l'attore fosse all'altezza della simpatia che ispira il vero ladro.

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  12. Dovrò controllare un paio di amici miei, cinquantenni e in crisi di matrimonio. Non vorrei gli venissero strane idee.
    Però! Con questi due post stile "blu notte" fai concorrenza a Lucarelli.
    Non è che gli vuoi rubare il posto?
    Paura, eh?!
    (quest'ultima frase rivolta a Lucarelli, ovvio)
    Bye&besos Lupin-nati!

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    1. I cinquantenni in crisi di matrimonio sono sempre pericolosi, anche se non tutti rubano saliere.
      E quanto a Lucarelli: perchè no? Che stia in guardia!
      Scherzo, ovviamente
      Besos furtivi

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  13. Poveretto, gesto sconsideratissimo ma alla fine si prova quasi simpatia come han fatto notare anche altri... :-)

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    1. Eh, si'! Il ladro riscuote successo e, comunque, almeno è servito a far conoscere meglio al pubblico il capolavoro di Cellini.

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  14. Riuscitissima ricostruzione!
    Complimenti per il post e per il blog in toto: è davvero ben strutturato e policromo come piace a me.
    Credo passerò spesso di qui d'ora in avanti..
    :-)

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    1. Grazie tante, soprattutto per la definizione di "ben strutturato e policromo" che mi piace moltissimo.
      A rivederci spesso e ancora grazie :-)

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  15. Storia bella (quasi) quanto la saliera stessa! Il Cellini ci si sarebbe fatto sicuramente quattro risate in taverna =). Bella anche la ricostruzione, l'ironia sulle grandiose difese museali di Vienna (sic) ci sta tutta.
    Saluti da quattro anni nel futuro =)

    MF

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  16. Non ricordavo la vicenda del furto della saliera e tantomeno l'epilogo che mi sono stati ricordati proprio stamattina. Approfondendo l'argomento sono arrivato a questa pagina. "Conosco personalmente" Giovan Girolamo de' Rossi, già vescovo di Pavia e governatore di Roma: pure lui si sarebbe molto divertito, come quando, nell'esercizio delle sue funzioni romane, come ci narra Matteo Bandello, fu costretto a far punire Isabella da Luna. Complimenti per il bel racconto.

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