sabato 2 marzo 2013

Il ciclo dei mesi: la "Primavera" di René Magritte




Siamo ai primi del mese e, di solito, doveva essere questo il momento di "staccare il foglio" dal calendario che ho scelto per quest’anno: il ciclo dei Mesi di Torre Aquila a Trento. 
Di marzo, però, non bisogna fidarsi: è un mese dispettoso, pazzerello e non disdegna nemmeno un pizzico di magia. 
Nel calendario dell’anno scorso, le Très riches heures du Duc de Berry, ospitava nell'azzurro del suo cielo la fata Melusina trasformata in un drago dorato (qui). 
Nel calendario di quest'anno, invece, ha fatto sparire addirittura l'intera scena del mese. 
Ma no! Non è stato un colpo di bacchetta magica, ma un incendio a distruggere, due secoli fa, tutto l'affresco.

Lasciare Marzo senza nessuna immagine, però, non mi piaceva. Ho pensato, allora, che per illustrare questo mese variabile e capriccioso il dipinto più adatto fosse questo di René Magritte:



Qui la"Primavera" prende l'aspetto di una colomba che vola in un cielo chiarissimo, appena solcato di nubi rosa. Il corpo non è ricoperto di piume, ma delle stesse foglie degli alberi che si intravedono nella foresta sottostante. 
Sul parapetto c’è un nido che racchiude tre uova bianchissime.
Pochi elementi che, però, sanno rendere l’atmosfera della bella stagione che si avvicina: un nido, le nuvole rosa del cielo e il verde tenero degli alberi che invade tutto. E poco importa se la colomba non somiglia a nessuna di quelle che vediamo volare nel cielo. 
Marzo, con le sue giornate che diventano improvvisamente più dolci, i suoi cieli chiari e rosati e gli alberi ricoperti di nuove fronde, è rappresentato come meglio non si potrebbe. 

Magritte, come al solito, sa giocare, come nessun altro, con gli elementi più comuni  della realtà, utilizzandoli in maniera incongrua e conferendo loro significati inattesi.
Come  un "saboteur tranquille", un sabotatore tranquillo e sornione, è capace, con la sua pittura, di incrinare ogni certezza. 
La sua vita, che apparentemente obbedisce a tutte le regole, fin dall'abbigliamento con il doppio petto, la bombetta o  l'appartamento ammobiliato "comme il faut" (ne ho parlato qui e qui), nasconde, in realtà, il più straordinario degli anticonformisti. 
Usando le chiavi del surrealismo e dell'ironia è in grado di scardinare dall'interno tutte le convenzioni. 
Al punto che può capitare, nella sua pittura, di non sapere più quali siano i confini del reale. P succedere, per esempio, di scoprire che nei suoi dipinti una banale scala di casa salga verso il nulla, un paesaggio visto dalla finestra non sia altro che un quadro su un cavalletto (ne ho parlato qui) e perfino che una mela non sia più una mela. 
Oppure che una colomba ritagliata come in un collage abbia gli stessi colori di un bosco primaverile.

Insomma, Magritte ci spinge a guardare il mondo con uno sguardo diverso e a cogliere la bizzarria che si nasconde dappertutto.
Basta osservare quello che ci circonda con i suoi occhi per andare oltre i confini dell'apparenza e riscoprire la meraviglia e lo stupore.
Così, se ci lasciamo guidare dal suo sguardo, chissà che non ci capiti, in certi giorni di marzo, di intravedere la sagoma della sua verde colomba che vola tra le chiome degli alberi, sullo sfondo chiaro del cielo. 




Non so se sia per il colore tenero delle foglie o per l'aria  primaverile, ma il dipinto di Magritte mi ha fatto ricordare i versi di questa poesia:

"Ed ecco sul tronco 
si rompono gemme,
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo;
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era"

(S.Quasimodo, Specchio)





18 commenti:

  1. Hai ragione, grazia, questa è un'immagine perfetta per augurarci una buona primavera. E ancora di più per un'ornitofila come me!

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    1. Vero, Silvia, che è un'immagine primaverile? C'è da dire che Magritte, come i grandi classici, va bene per tutte le stagioni e con lui ogni accordo e ogni combinazione è possibile!

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  2. I bei versi di Quasimodo e il dipinto di Magritte hanno in comune la poesia che questa bella stagione ci ispira e che sento anche nel tuo post!
    Ciao
    Marco

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    1. Non so perché ma i versi di Qausimodo mi sono sembrati non solo adatti alla stagione ma anche ai dipinti di Magritte.

      "... e sono quell'acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi più azzurro il suo pezezo di cielo": chissà che quadro ne avrebbe tratto il nonno René :-)

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  3. Bello il dipinto di Magritte e bella la poesia di Quasimodo. Ci stanno molto bene insieme perché entrambi hanno la freschezza della primavera.
    Sara

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    1. Grazie, Sara, mi fa piacere che tu sia d'aoocordo con l'abbinamento un po' azzardato Quasimodo- Magritte, ma la poesia va sempre bene insieme, vero?

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  4. Magritte è unico, come ogni vero artista. Questo diversivo al calendario è perfetto per marzo, un mese che definirei di trepidante attesa.
    Splendida anche la poesia di Quasimodo.

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    1. Davvero, marzo è un mese di trepidante attesa. Oggi ho visto che in giardino sta per fiorire la forsythia e c'è un sole che già promette tepori primaverili. Almeno speriamo.

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  5. Adoro Magritte! E Quasimodo mi piace tantissimo. Meglio di così questo mese di marzo non poteva essere celebrato!

    Di Magritte ho visto una mostra a Come qualche anno fa, scoprendo anche i dettagli più traumatici della sua infanzia. Molto interessante conoscere la biografia degli artisti! E vorrei dire in generale le biografie. Di Magritte apprezzo in modo particolare la genialità, l'ironia e l'arte del dipingere, nel senso di saper riprodurre così fedelmente i dettagli, da avere l'impressione di osservare una fotografia... se non fosse per l'assurdo che così bene inserisce nelle sue opere. Mi piace proprio!!!

    Saluti cari
    Cinzia

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    1. Anche per me Magritte da quando vivo in Belgio è diventato uno dei miei pittori preferiti Anzi, come ho detto in un altro post, mi sembra una specie di parente, uno zio o un nonno, di quelli che sembrano tranquilli e poi, d'improvviso se ne escono con delle sortite talmente assurde e anticonformiste che non possono che affascinare. Conoscere la sua biografia serve non solo a conoscerlo, ma ad amarlo ancora di più!

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  6. Dal sotto in su:
    C'è un muro su cui poggia un nido instabile,
    pare che ci caschi nei piedi quel nido
    e non ci fa star tranquilli,
    tre uova che si rompono in terra non son poche.
    Il muro fa da cortina, ci separa da un bosco
    che è fitto, impenetrabile
    pare fatto di carta da parati come la colomba
    che è grande, forse troppo è conturbante,
    è tutto disegnato bene tranne lei, perchè?
    per darci ansia forse?
    Ma poi c'è il cielo, bello, con nuvole vere, rosa
    come fossero distanti da un tramonto,
    sì, un tramonto lontano un sole che cala a destra,
    no, no, a sinistra o forse dietro di noi.
    Vien voglia di girarsi per vedere se abbiamo un tramonto alle spalle
    Che ansia! E ppure è tutto sereno, la pace regna su tutto il quadro.
    Ma che agitazione!
    Ancora una volta Magritte ci stupisce coi suoi giochi di reale irreale
    calma e agitazione e ci invita a guardare(non vedere) oltre, dentro,
    anche dentro di noi.
    In fondo il quadro non è che una rappresentazione
    della realtà, anzi no, dell'irreale o forse sì,
    guarda bene.

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    1. La tua lettura del dipinto è proprio bella: mi fa apprezzare particolari, a cui non avevo dato importanza (il tramonto,il disegno che somiglia a una carta da parati....)Insomma aggiunge nuove emozioni... Caro Massimo, chapeau!

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    2. Dache parte stai in Belgio?
      C'ho una sorella vicino a Liegi.
      Buonanotte

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    3. Abito a Bruxelles, vicino ai luoghi di Magritte, dalla sua casa- museo, al suo bistrot.
      Sarà per questo che mi piace tanto!

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  7. Hai reso Magritte sempre più interessante. E penso che sulla sua poetica abbia inciso il grigio cielo belga...

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    1. In effetti la "grisaille" continua provoca quel pizzico di follia surrelista, tipioo di Magritte, che è anche la chiave d'interpretazione dell'intero paese.

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  8. C'è qualcosa che ricorda vagamente la tecnica dello stencil nella colomba e nella parte in secondo piano, in contrasto,con quel nido che invece è così reale che sembra quasi di poterlo toccare. Un ying e yang ben calibrato, ma non mi sarei stupita se, in fondo alla tela, come didascalia, avesse scritto: " ceci n'est pas un nid"

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    1. In effetti è come se ci fosse una doppia prospettuva: il nido ha una profondità che manca del tutto alla colomba. Magritte scherzava con tutti i mezzi propri di un pittore, prospettiva compresa.

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