Eccoci arrivati al settimo mese dell’anno, almeno stando al
nostro calendario.
In quello romano luglio era, invece, il quinto mese, tanto che originariamente era denominato quintilie, fino a quando fu ribattezzato
Julius in onore di Giuilo Cesare.
Comunque, ora come allora, era associato al sole e al caldo dell'estate.
Comunque, ora come allora, era associato al sole e al caldo dell'estate.
Nei calendari medioevali, legati ai lavori dei campi, luglio è il mese della mietitura.
Ed è, appunto questa la scena che compare raffigurata negli sfolgoranti colori del calendario che ho scelto per quest'anno: la vetrata con il ciclo dei Mesi realizzata nel primo quarto del XIII secolo per il deambulatorio sud della cattedrale di Chartres.
Anche qui l’ignoto artista sbaglia la scritta, "Iunius", invece di "Iulius" e la inverte
con quella del mese precedente, non sbaglia, invece, la rappresentazione che è
quella dell’iconografia
tradizionale: luglio vi appare come un giovane contadino con una tunica bianca fermata in vita da una cintura, calzoni rossi e
stivaletti verdi, mentre, con una mano, regge
il falcetto e con l’altra isola il mannello di spighe da recidere.
La mietitura è considerata allora una delle attività più importanti dell'anno, quella in cui il lavoro duro dei campi assume una dimensione quasi sacra: il prodotto del grano, la farina e il pane che se ne ricava rappresentano l'idea stessa del nutrimento.
Nella scena della vetrata, basta il giallo del grano maturo, con il movimento delle spighe sottolineato dalle linee nere ottenute con la tecnica della grisaille, a rendere l'atmosfera di una calda giornata estiva, forse proprio una di quelle del periodo di grande calura, in cui il sole si trova sotto la costellazione del Leone.
In effetti, nella parte destra della scena un grande leone rosso, raffigurato con pochi tratti sintetici come in una rappresentazione araldica sotto la scritta "Leo", rimanda al segno zodiacale del mese.
Sotto la sua protezione, con un raccolto che si prospetta abbondante, le paure, all'epoca sempre presenti, della miseria e della fame sembrano allontanarsi nell'azzurro del cielo estivo e il mese si apre alla speranza.
Non era proprio bravissimo a scrivere, l'ignoto artista, eh? :-D
RispondiEliminasembra propri di stare più freschi, sotto la vetrata.
RispondiEliminaper Silvia: sto per iniziare il tuo libro